Salah sconvolge tutti con una confessione inaspettata: “Ecco come mi sto curando”

In un’intervista rilasciata a France Football Mohamed Salah ha raccontato alcuni aneddoti riguardanti la sua vista privata, alcuni dei quali nessuno avrebbe potuto immaginare.

Nonostante la finale di Champions League persa contro il Real Madrid, Mohamed Salah è stato protagonista di una delle migliori stagioni della sua carriera con la maglia del Liverpool.

 

Mohamed Salah, attaccante del Liverpool (credit: Ansa)
Mohamed Salah, attaccante del Liverpool (credit: Ansa)

Tra i giocatori nei cinque maggiori campionati europei che più hanno fatto bene durante l’intera annata c’è sicuramente Mohamed Salah. L’attaccante egiziano, a 30 anni raggiunti, ha ormai raggiunto una maturazione calcistica che gli permette di essere decisivo in una delle migliori squadre del mondo, il Liverpool di Jurgen Klopp. Il club inglese è stato infatti capace di vincere in questa stagione FA Cup e Coppa di Lega Inglese, oltre ad arrivare in finale di Champions League e a un solo punto dal trionfo in Premier League.

Salah si è reso protagonista di questa lunga cavalcata dei Reds a suon di gol e assist: in campionato sono 23 e 14 in trentacinque partite, mentre nella massima competizione europea sono 8 e 2 in tredici sfide. In media, con il giocatore egiziano in campo il Liverpool parte già con almeno un gol di vantaggio. Una costanza incredibile che nessuno avrebbe potuto mai immaginare solo fino a qualche anno fa.

Infatti se già con le maglie di Fiorentina e Roma aveva fatto intravedere eccezionali qualità, ma il miglioramento esponenziale avuto con Klopp è evidente a tutti. Salah è diventato per tre volte capocannoniere del miglior campionato al mondo, ha superato Drogba come miglior marcatore africano di tutti i tempi in Premier League e ha raggiunto 70 gol nelle sue prime 100 apparizioni con i Reds (nessuno nella storia come lui).

Un fisico e una mente al top: ecco i segreti del successo

Questi numero lo inseriscono ormai da qualche anno tra i pretendenti di diritto al premio del Pallone d’Oro. Un riconoscimento che Salah insegue e che meriterebbe di vincere per la crescita avuto lungo tutto il corso della sua carriera. Questi miglioramenti non sono avvenuti però per caso, ma sono stati il frutto di un lavoro certosino del giocatore sia sul proprio fisico che sulla propria mente.

Salah esulta dopo un gol (credit: Passione Premier)
Salah esulta dopo un gol (credit: Passione Premier)

In un’intervista rilasciata a France Football, Salah ha rivelato qualche segreto del successo: Sono costantemente alla ricerca di nuovi macchinari per migliorare la mia condizione fisica. Li uso almeno tre o quattro volte a settimana. Ascolto il mio corpo. Se mi sento stanco, per esempio, faccio la crioterapia. Mi adeguo in base alle miei sensazioni, alla frequenza delle partite… Monitoro da vicino il mio indice di massa grassa, i miei muscoli devono essere molto asciutti. I benefici li vivo sul campo. (…) Mia moglie dice che trascorro più tempo con i macchinari che con lei”.

Per quanto riguarda la mente invece l’attaccante egiziano ha dichiarato: La meditazione mi permette di mantenere la mia coscienza attenta su una cosa alla volta. Anche per questa intervista. Non importa quello che faccio, la mia attenzione è massima. Anche la meditazione mi rilassa, il che è utile visto lo stress cui siamo sottoposti per vincere tutti i trofei. Inoltre pratico anche la visualizzazione (pratica di gestione dello stress). È un’abitudine subentrata dopo qualche anno, in seguito all’incontro con un campione di cui preferisco non fare il nome. Sono immediatamente andato su YouTube e mi sono imbattuto in interviste con il nuotatore Michael Phelps (23 medaglie d’oro alle Olimpiadi). Mi ha affascinato. Ha descritto come la visualizzazione aveva trasformato la sua carriera e la sua vita. Come, nella sua testa, per ore, ha immaginato a  stesso i gesti della nuotata perfetta. Ha vinto tutto”. 

Quelle di Salah sono dichiarazioni che testimoniano come il segreto del successo non sia da attribuire alla fortuna, ma al duro lavoro che costantemente lo spinge ad andare oltre ai propri limiti.